Che cosa ne e' della donna?
Uno studio diretto dal Prof. Casadei (Psicologo - Ospedale civile di Mirano - VE) su 150 donne del nord-est d'Italia a distanza di 3 anni da uno o più aborti compiuti ha portato alle seguenti conclusioni:
- I primi sintomi compaiono mediamente dai 6 mesi ai 2 anni sucessivi all'aborto: prima l'aborto può essere percepito come atto liberatorio.
- All'inizio nella donna prevale la rimozione dovuta a meccanismi difensivi o di negazione e al clima culturale che non permette di far emergere il suo dolore "infatti si può scegliere legalmente di tenere o meno il bambino, ma non è permesso alla donna di manifestare la propria sofferenza".
- Questi meccanismi di rimozione "vanno indebolendosi in modo significativo in presenza di eventi ricorrenti quali l'anniversario dell'interruzione, l'ipotetica nascita (del bambino abortito) e tutta una serie di scadenze legate ad anniversari o ricorrenze".
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I risultati rilevati a tre anni di distanza dall'interruzione volontaria di gravidanza sono stati i seguenti:
il 68% non ha risolto con l'interruzione le problematiche che l'avevano indotta
il 73% riferisce sensi di colpa
il 18% fa uso continuato di psicofarmaci
il 10% è ricorso a cure di carattere psichiatrico
il 26% presenta disturbi emozionali
il 15% ha disturbi neurovegetatitvi
il 12% presenta alterazioni della sfera oro-alimentare
il 36% ha disturbi del sonno
( Cfr. D. Casadei la sindrome post-abortiva: ipotesi e verifiche cliniche, in A.A.V.V., Aborto volontario: le conseguenze psichiche, CIC, Ed. internazionali, Roma )