Fecondazione in vitro
Cinque milioni di bambini sono nati dalla fecondazione in vitro, da Louise Brown (25 luglio 1978) a oggi, in tutto il mondo, secondo le stime presentate a un recente congresso scientifico. Un successo, secondo gli operatori del settore, che però non tiene conto dell'enorme numero di embrioni complessivi creati nei laboratori negli stessi anni, né di quelli scartati o in attesa di impianto nei congelatori in tutto il mondo (in costante crescita, purtroppo anche in Italia, come ha appena rivelato la nuova relazione del Ministero della Salute al Parlamento).
Per avere un’idea dei rapporti numerici e degli ordini di grandezza fra embrioni creati, scartati, congelati, trasferiti in utero e bambini nati, possiamo prendere in considerazione i dati inglesi relativi a due anni, il 2005 e il 2006. Per ogni 100 embrioni formati, se ne sono scartati 52 (cioè più della metà non sono stati giudicati adatti al trasferimento in utero), congelati 24, trasferiti in utero i restanti, per un totale di sei (dicasi sei) bambini nati. Se si considerano poi anche gli embrioni scongelati dopo essere stati conservati nei freezer in trattamenti precedenti (anche per anni) ai sei bambini nati se ne dovrebbero aggiungere altri due o tre.
Si tratta di una stima approssimativa, ma sicuramente, vista in quest’ottica, la fecondazione in vitro si trasforma da successo strepitoso in percorso fallimentare, che ha sul conto una quantità di perdite di vite umane dell’ordine di grandezza di svariate decine di milioni. La proporzione in Italia è di un nato ogni 10 embrioni prodotti.
E intanto spuntano prospettive inquietanti: da un congresso scientifico arriva il suggerimento di bypassare la menopausa, congelando parti delle proprie ovaie da giovani per poi ritrapiantarle più avanti, dando alle donne la possibilità di non compromettere la propria carriera o comunque di aspettare il tempo, la situazione economica o il partner "giusti". Il quotidiano inglese Telegraph, a tal proposito, ha accompagnato la notizia presentando le sette madri con fecondazione in vitro più anziane del mondo: come se partorire a 70 anni - è accaduto a due di loro - fosse il sogno di tutte le donne del pianeta. Solo due esempi, che però rendono bene l’idea: non stiamo parlando appena di tecniche mediche, ma del mondo che stiamo costruendo, degli obiettivi che ci poniamo, e delle priorità che non sono mai solo personali, ma anche sociali, culturali, valoriali. Siamo proprio sicuri di percorrere la strada giusta?
Assuntina Morresi